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La Germania, il “malato” d’Europa, e la difficile riforma del welfare

Dal 2003 esiste, in Germania, un sussidio di disoccupazione, percepito da oltre 5 milioni di persone, considerato insufficiente e inadatto a reinserire i percettori nel mercato del lavoro. Edith Pichler spiega come la riforma del sistema, attuata con l’introduzione di un „reddito di cittadinanza“ all’inizio del 2023, soffra di inconvenienti molto simili a quelli del precedente sistema.

Nel 1999 la rivista The Economist definì la Germania, che aveva più di quattro milioni di disoccupati, “il malato” d´Europa.   L’allora Governo rosso-verde, con il Cancelliere Schröder, istituì nel 2002 una Commissione – sotto la guida del Manager della Volkswagen Peter Hartz – con il compito di elaborare delle riforme per rendere più efficiente la politica del mercato del lavoro, modificando il sistema sociale.

Hartz-IV, la riforma rosso-verde

La chiave delle riforme Hartz – attuate in questo spirito dal 2003 al 2005 –  è stata la fusione di precedenti sussidi di disoccupazione e assistenza sociale, nel nuovo sussidio denominato ALG II – e poi ribattezzato “Hartz IV” – entrato in vigore nel 2005. Poiché Hartz-IV non si basa sul reddito dell’occupazione precedente, e l´ammontare del sussidio è relativamente poco attraente, esso è erogato per lo più ai disoccupati a lungo termine. Questi, prima della riforma, potevano fruire di assegni di disoccupazione più elevati e per un periodo più lungo dei 18 mesi previsti dalla riforma Hartz. Con la riforma Hartz sono stati spesso costretti a fare richiesta del sussidio sociale.

Hartz-IV è una prestazione finanziata dalle imposte che garantisce il minimo vitale e che viene elargita a persone che non godono di un proprio reddito perché disoccupati.   L´assegno ammontava, nel 2022, a 449 Euro mensili per una singola persona. Le famiglie ricevevano una indennità extra a seconda della fascia d’età dei figli.   Le spese per l’alloggio e il riscaldamento venivano coperte se motivate, ed entro determinati limiti, entro parametri che tenevano conto dei metri quadri a disposizione. In molti casi, le persone percipienti lo Hartz-IV, sono state costrette a traslocare in appartamenti di dimensioni più piccole, spesso in altri quartieri, provocando forme di sradicamento sociale.  Comunque, di norma, prima di accedere alle prestazioni del Hartz-IV, il beneficiario deve aver attinto ai suoi risparmi (lo stesso vale per il Bürgergeld, del quale parliamo più avanti).

La riforma mirava ad interrompere il periodo dalla disoccupazione attraverso una maggiore “attivazione” dei percettori del sussidio ed “incentivare” quei servizi necessari a facilitare l’inserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro.  Infatti la riforma adottava il principio del “promuovere e esigere”: i disoccupati venivano sostenuti finanziariamente ma allo stesso tempo veniva loro richiesto  di partecipare attivamente a tutte le misure che sostengono l´ integrazione nel mercato del lavoro, sanzionando le eventuali inadempienze,- per esempio la mancata partecipazione a corsi di riqualificazione o il rifiuto di un posto di lavoro.- attraverso un decurtamento  del sussidio. Questa pressione crescente nei confronti di coloro che sono disoccupati, costringendoli ad accettare lavori sottopagati o part-time, ha avuto il risultato che le famiglie povere colpite dalla disoccupazione rimangono povere, nonostante il lavoro.  Queste modifiche, e la conseguente deregolazione del mercato del lavoro, hanno determinato un aumento delle persone con basso salario, e quindi del numero dei cosiddetti working poor, persone che non riescono a vivere del loro lavoro e che spesso sono costrette a chiedere come integrazione un assegno sociale.

La controriforma: Il Bürgergeld

La riforma Hartz-IV è stata oggetto di un acceso dibattito fin dalla sua introduzione. Lo stesso Peter Hartz in un suo libro scrisse che risultato della riforma è un sistema che disciplina e punisce i disoccupati.  Nel tempo si sono diffusi nei media e nell´opinione pubblica stereotipi negativi per i percettori che hanno portato alla loro stigmatizzazione: “ricevere l´Hartz-IV uguale ad essere fannulloni”.  Se il governo Merkel e la sua parte politica hanno tratto vantaggio dalle riforme “socialdemocratiche” guadagnando consenso, per la SPD queste hanno rappresentante una “débacle” che ha provocato un‘emorragia di voti nel proprio elettorato.  Da qui origina l´idea del nuovo governo Scholz e del Ministro del Lavoro, Hubertus  Heil, di “riformare” la riforma Hartz-IV e di introdurre al suo posto il “Bürgergeld”, e cioè un reddito di cittadinanza che sostituisce, a partire dal 2023, il controverso sistema finora vigente.

Già la scelta del nome sembra indicare un cambiamento almeno semantico in direzione di maggiore inclusione e di rafforzati diritti di cittadinanza. Il principio fondante è che il   Bürgergeld debba consentire a chi lo riceve di condurre una vita dignitosa. La riforma pone al centro il sostegno alle persone, mentre ai centri per l’impiego spetta il compito di assicurare la riqualificazione dei disoccupati e il loro aggiornamento professionale. Queste misure mirano a inserire un maggior numero di disoccupati in un’occupazione permanente invece che in lavori precari e generici. Comunque non è chiaro se si tratti di una vera riforma oppure solo di una operazione “cosmetica”. Si tenga conto poi che il reddito di cittadinanza – come era stato ideato inizialmente – era stato bocciato dalla maggioranza della CDU/CSU e dal Bundesrat, con l´argomento che i percettori sarebbero stati indotti a non lavorare e solo dopo alcuni cambiamenti si è raggiunto un compromesso, ma a discapito dei futuri percettori.

Così diverse associazioni (come  il  Paritätische Wohlfahrtsverband – Federazione per un Welfare Egualitario) hanno definito l’accordo assai deludente e hanno accusato la CDU di aver montato una campagna di disinformazione  a spese dei più poveri.  A questo si aggiunge che l’immagine negativa dei percettori del Bürgergeld come passivi questuanti, meritevoli di subire una sorta di “pedagogia del bastone, continua a dominare la scena. In una prima fase, era previsto un “periodo di tolleranza” di sei mesi, dall’inizio della percezione del reddito di cittadinanza, durante il quale le agenzie di collocamento avrebbero applicato delle sanzioni e ridotto le prestazioni solo in casi molto limitati. Tuttavia, la CDU/CSU ha ritenuto che ciò minasse il principio di “promuovere ed esigere”: le sanzioni sono possibili fin dal primo giorno nel caso, ad esempio, del rifiuto di una offerta di lavoro, non diversamente da quanto. stabilito dallo Hartz-IV. Anche l ‘aumento dell’assegno percepito, dai 449 ai 502 euro del nuovo “reddito di cittadinanza” per un adulto (e aumenti proporzionali per i figli)  è, secondo i critici, solo una compensazione per l’inflazione, e non porta le persone fuori dalla povertà.  Nel gennaio 2023, secondo i dati del Job-Center, 5,4 milioni di persone erano percettori del Bürgergeld;  di questi 3,9 milioni erano abili al lavoro,  mentre  i   beneficiari  non abili al lavoro  circa 1,6 milioni erano  nel 97% dei casi  persone sotto i 15 anni,  ovvero i  figli dei ricettori del Bürgergeld, aventi loro stessi, come visto sopra,  diritto ad un aiuto sociale.

Bürgergeld rimane Hartz IV!  Le critiche alla debole controriforma

Bürgergeld rimane Hartz IV: è così che diverse organizzazioni sociali valutano il compromesso sul cosiddetto nuovo “reddito di cittadinanza”. In sostanza si è cambiato il nome ma non il sistema.  Dal loro punto di vista, il progetto centrale di politica sociale del Governo è fallito. Secondo i calcoli della Paritätische Forschungsstelle (Centro di Ricerche sull’Eguaglianza) le prestazioni per contrastare la povertà dovrebbero essere aumentate ad almeno 725 euro per adulto. Che si tratti dell’Hartz- IV o del reddito di cittadinanza, criticano, non è mutato nulla nel metodo di calcolo effettivo, e le prestazioni rimangono insufficienti e non riflettono la realtà della vita delle persone.

Alla luce del rapido aumento dei prezzi, soprattutto dell’energia e dei generi alimentari, l’aumento in vigore dall’inizio di quest’anno non rappresenta un miglioramento del tenore di vita, ma solo un adeguamento all’aumento dei prezzi avvenuto nel 2022. A conti fatti, si tratta di una mini-riforma del Hartz- IV e non della grande riforma sociale  preannunciata dal Ministro Heil.

Per saperne di piu

Bundesagentur für Arbeit

Hans Böckler Stiftung, Hartz IV braucht mehr als einen neuen Namen.

Deutschlandfunk Nova: Umstrittene Arbeitsmarktreform 2002. Die Regierung Schröder beschließt Hartz-IV-Gesetze

Sozialgesetzbuch (SGB II) Zweites Buch Bürgergeld, Grundsicherung für Arbeitsuchende 16.12.2022

Verga, Enrico, La Germania e la crisi: punti deboli, errori e i rischi per l’Europa,  24 Novembre 2022, Il Sole 24 Ore,

(Neodemos)