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“Frontalieri: alla politica si è sostituita la propaganda”

Tarpini CGIL sul referendum in Canton Ticino (Svizzera), dichiara “è contro i frontalieri italiani, alla politica si è sostituita la propaganda”.

Alessandro Tarpini, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil, intervistato da La Repubblica, dichiara che la tesi secondo cui gli italiani sottraggono lavoro ai locali è priva di fondamento: «Gli inoccupati di tutto il Canton Ticino sono circa 11 mila. I lavoratori che arrivano da Como e Varese 65 mila. Se domani dovessero bloccare le dogane, si fermerebbe l’economia, perché i frontalieri sono impegnati nell’edilizia e nell’industria. Quasi tutti occupano posti per lavori che i locali non vogliono fare».

Tarpini, spiega «la consultazione indica un orientamento di difficile applicabilità, perché metterebbe in discussione gli accordi bilaterali tra Unione europea e la Confederazione svizzera». Al netto delle conseguenze pratiche i lavoratori italiani sono comunque preoccupati, soprattutto «per il clima che si respira. Un pezzo dell’opinione pubblica del Cantone considera i lavoratori frontalieri la causa di tutti i loro problemi. Purtroppo, da un po’ di anni, alla politica si è sostituita la propaganda».

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Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito che ogni discriminazione nei confronti dei nostri frontalieri sarebbe un impedimento all’intesa tra Unione europea e Svizzera. Seppur votato, l’esito del referendum sarà di difficile applicazione e «non cambierà l’orientamento del mercato del lavoro cantonale», ha detto invece Sergio Aureli, responsabile frontalieri del sindacato svizzero Unia.

«I frontalieri sono indispensabili», ha detto al Corriere della Sera l’ex pm antimafia svizzero Paolo Bernasconi, commentando l’esito. «Le imprese ticinesi chiamano ogni giorno dall’Italia 62 mila lavoratori, senza i quali il sistema manifatturiero, la sanità, il commercio chiuderebbero dalla sera alla mattina». Ecco perché quindi si tratta di una questione «strettamente politica, un gioco di potere. La paura, la paura da scaricare su un nemico a portata di mano.  A questo scopo sono venuti buoni i lavoratori italiani».