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Istituto Fernando Santi: 1° Maggio di crescita, di emancipazione e di lotta

Il 1º maggio 1945, dopo la Liberazione, uscì a Milano il primo numero dell’Avanti! dedicato alla festa del 1º maggio, che venne celebrata per la prima volta dopo 20 anni con uno storico comizio di Sandro Pertini.

Il primo maggio é festa sindacale o politica?

Il 1° maggio è nato per una mobilitazione italiana ed europea su un obiettivo politico: la richiesta delle otto ore di lavoro. Non a caso è stato abolito dal fascismo. Perché era una festa politica. Ma è anche una festa sindacale. La festa del socialismo italiano, che poi seppe allargarla, è divenuta festa di tutti, riconosciuta anche come festa nazionale.

Il primo maggio 1947 a Portella delle ginestre sono i lavoratori siciliani e le loro famiglie, i socialisti, i comunisti, il sindacato della CGIL ad essere colpiti. Un eccidio per intimorire la sinistra. Spararono contro il corteo. Subito, colpiti, morirono 14 persone. A decine i feriti.

l’Istituto Fernando Santi nella sua azione ha sempre presente questa due memorie e le tramanda perché è anche la storia di tutti quei lavoratori che dalle altre aree più povere, dal sud come dal nord per vivere, per lavoro sono emigrati. Una unità ideale, la nostra, con tutti loro, con le loro famiglie e con i loro discendenti.

Un’Italia fuori dell’Italia, andata fuori per fame, per un lavoro certo, contro sfruttamento e discriminazioni, mancanza di libertà.

Il 1° maggio per noi mantiene inalterato il suo significato al contempo politico e sindacale, il suo fortissimo carattere simbolico, la sua capacità di tenere uniti i lavoratori, di richiamare continuamente i lavoratori alla responsabilità per la loro unità.

I valori della libertà, della solidarietà, della democrazia, dell’eguaglianza e della giustizia sociale che il 1° maggio riassume in sé, per affermarsi hanno bisogno di una capacità di rappresentazione e di affermazione, di un comun sentire   che vanno ricostruiti e portati a più avanzato compimento. Lo stato delle relazioni fra sindacati confederali nel breve li vede disuniti ma restiamo convinti della necessità che da parte delle confederazioni vadano trovate le ragioni della unità del mondo del lavoro. Le prossime elezioni europee sono occasione per riconfermare l’obiettivo di una Europa che recuperi le ragioni e i suoi valori fondativi. Quelli di Spinelli, di Rossi, di Colorni.

L’Istituto Fernando Santi ritiene che i milioni di lavoratori italiani presenti in Europa chiedano una Europa che riscopra la sua funzione sociale ed una unità di sindacati e lavoratori intorno ad una piattaforma europea di lotta e di avanzamento.

Il 1 maggio non può più essere solo una ricorrenza rituale, una giornata di musica in piazza.

Il 1° Maggio obiettivo di crescita, di emancipazione e di lotta come messaggio unificante di avanzamento umano, sociale e culturale dei lavoratori.

Restando come ci ricorda Giacomo Brodolini, dirigente della CGIL, da una parte sola, dalla parte dei lavoratori.

 

Pierpaolo Cicalò presidente di Istituto Fernando Santi