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Carlo Caldarini (Istituto Fernando Santi) interviene all’ Assemblea della CGIL con la comunità italiana nel Belgio.

L’11 giugno in Bruxelles presso la Maison du peuple  si è svolta l’assemblea “Per una Europa dei diritti e del lavoro” . L’evento rientra nelle iniziative all’estero promosse dalla CGIL in collaborazione con i patronati, la Federazione immigrazione emigrazione (FIEI), promossa da Filef e Istituto Fernando Santi, ed altre associazioni nel quadro della mobilitazione a sostegno della presentazione dei referendum promossi dalla CGIL.

 

Di seguito l’intervento di Carlo Caldarini referente dell’Istituto Fernando Santi in Belgio:

“Farò un intervento breve. Grazie per questa opportunità,.

Non aggiungo ulteriori argomenti rispetto a quanto già detto sull’opportunità e la necessità di questi referendum: l’Istituto Fernando Santi, aderisce e promuove la mobilitazione, in un rapporto con la CGIL che dura da decenni. !

Vorrei attirare l’attenzione sul progressivo disinteressamento di molti italiani all’estero per le questioni politiche italiane.

Eleonora (Eleonora Medda Consigliera CGI ndr) ha giustamente usato il termine «diaspora» nella sua introduzione. Cosa si intende con questo? In poche parole, la diaspora indica quelle forme di migrazione che sviluppano forti legami istituzionali, sociali, economici e culturali con il paese d’origine. Questi legami si trasmettono di generazione in generazione, e ciò fa sì che il concetto di diaspora, a differenza di quello di «migrante», si ritrovi anche nelle generazioni successive, che di fatto non hanno mai «migrato».

Come Istituto Fernando Santi abbiamo partecipato lo scorso anno alla realizzazione di una grande inchiesta che ha raggiunto più di 300 associazioni italiane nel mondo, coordinata in gran parte da Pietro (Pietro Lunetto è Coordinatore nazionale Filel ndr).

Uno degli elementi che ha maggiormente attirato la nostra attenzione è stato il progressivo sfibramento e indebolimento delle relazioni con il paese d’origine, l’Italia, e un più forte radicamento nei paesi di residenza, come evidenziato nel rapporto finale pubblicato da Futura, la casa editrice della CGIL.

Questo fenomeno ci sembra particolarmente importante e merita di essere approfondito. È importante perché mette a rischio i referendum, come già detto, ed è importante anche perché è una caratteristica molto forte dell’emigrazione italiana, che si sta trasformando.

Una ricerca internazionale, realizzata in 40 paesi del mondo con il coordinamento dell’Università di Liegi e alla quale alcuni di noi hanno partecipato, mostra come l’Italia sia, dal punto di vista istituzionale, il paese con le più forti relazioni di diaspora. Basti pensare alla rete dei patronati italiani, un fenomeno senza pari nel mondo.

Concludo qui: ci sembra importante che una riflessione sia condotta su questa trasformazione della diaspora italiana. Se questo viene visto e vissuto come un problema per alcuni aspetti, va ricordato anche che lo sfaldamento dei rapporti con il paese d’origine è uno dei primi segni di integrazione nel paese di residenza. Mi verrebbe da fare un test, qui in sala: quanti di noi lavorano in Belgio? E quanti sono iscritti al sindacato belga o militano per una forza politica locale?

Non abbiamo una risposta già fatta, né soluzioni chiavi in mano. Pensiamo che sia opportuno riflettere su questo cambiamento, per integrarlo nella nostra azione politica e sindacale.

E salutiamo quindi con grande soddisfazione il rinnovato interesse della CGIL per gli italiani nel mondo e per le sue rappresentanze associative.

Grazie a tutti!”

(santinews)