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Il 25 aprile è stato per la libertà e la giustizia sociale

Il 25 aprile di quest’anno giunge a richiamare la lezione che va sempre appresa dalla storia.

Senza memoria un paese non ha storia e un paese senza storia non ha futuro.

La destra prova a cambiare l’avvenire dell’Italia anche alterando la storia.

Rappresentanti istituzionali mettono in discussione la credibilità della lotta antifascista.

Questa azione politica va respinta dando alla Resistenza il suo reale sognificato che si ritrova in tutta la Costituzione antifascista che vieta la ricostruzione del disciolto partito fascista.

Dalla lotta partigiana nasce a costo di enormi sacrifici, nel corso della guerra di Liberazione, la nostra Repubblica  e il nostro vangelo laico costituito dalla nostra Costituzione.

Essa rappresenta il primo esempio tangibile dell’unione di tutte le forze democratiche e antifasciste che hanno sofferto e combattuto nel corso del ventennio di regime fascista.

Nell’ottobre del 1926, ci fu a Bologna un attentato a Mussolini. A seguito di tale evento vennero emanate leggi eccezionali, e venne colpita e dispersa la residua opposizione legale al fascismo.

La maggior parte dei leaders socialisti quali Filippo Turati, maestro  di Sandro Pertini, durante tutte le fasi della sua battaglia politica, nella cospirazione antifascista e nella lotta partigiana, Paolo Treves, Emanuele Modigliani, Giuseppe Saragat, Bruno Buozzi, Pietro Nenni. Dirigenti del movimento socialista italiano che  dovettero rassegnarsi all’esilio, mentre altri venivano arrestati e inviati al confino o al tribunale speciale. Tanti i socialisti parteciparono attivamente alla cospirazione e tennero degnamente alto il nome del socialismo, sia nei luoghi di detenzione, sia all’estero, e sia in clandestinità.

L’azione clandestina degli antifascisti prese a intensificarsi.

I socialisti avvertivano che il momento della svolta era prossimo. Nella clandestinità si cementarono i rapporti tra socialisti, comunisti, cristiano sociali e azionisti. I socialisti che operavano nella clandestinità e che lottavano contro il nazifascismo, rischiavano la loro vita anche per diffondere il giornale socialista “L’Avanti”.

Se il 25 luglio 1943 fu l’anno della caduta del fascismo e dell’inizio della ribellione, è con l’otto settembre e con l’avvio della lotta armata, protagonisti furono i coraggiosi antifascisti che sia in Italia che all’estero si batterono per la libertà e per il riscatto dell’Italia dopo i tanti delitti del nazifascismo.

Successivamente è con il 1944 e 1945 che la resistenza cresce e si rafforza. Nelle sue organizzazioni affluiscono molti uomini e donne, di ogni ceto e condizione sociale. Nelle città e nelle campagne. Nasce così una grande forza spinta dall’entusiasmo e dalla volontà di combattere per la liberazione del paese, ma anche per aprire a tutti nuove frontiere di civiltà, di libertà, di giustizia sociale, di vita democratica. La resistenza divenne infatti, non solo una guerra per l’indipendenza nazionale, ma soprattutto lotta per la libertà e la democrazia, per una società profondamente diversa.

La Resistenza fu ribellione contro la barbarie in Italia, ma, è bene ricordarlo, anche in Europa e nel mondo. Lungo è l’elenco dei socialisti nella Resistenza.

Oltre ai già citati, molto attivi nel corso della lotta partigiana furono  Giuliano Vassalli, Domenico Grisolia, Oreste Lizzadri, Rodolfo Morandi, Giuseppe Gracceva, Mario Zagari, Lina Merlin, Matilde Bassani, Giuliana Benzoni,Argentina Altobelli, Giacomo Mancini, Angelo Lombardi “Comandante Lampo”, Matteo e Giancarlo, figli del martire Giacomo Matteotti, Lelio Basso, Alberto Jacometti, e tanti altri, donne e uomini socialisti.  Non dobbiamo anche  dimenticare che nell’esilio di Ventotene, i socialisti, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni e il liberal-radicale Ernesto Rossi stilarono un “Manifesto” col quale lanciavano l’idea federalistica degli Stati Uniti d’Europa. Nel dramma dell’Italia fascista destinata a crollare con la guerra che con i nazisti aveva contribuito a promuovere, tutte le forze politiche democratiche  si preparavano per il  futuro della patria.

Da quella guerra contro il regime oppressore, da quella guerra di ribelli per amore della patria, della libertà e della giustizia sociale  è nata la nostra Repubblica.

L’Italia riparte allora per una fase storica  democratica nella quale la Costituzione ha garantito condizioni di vita  libera e lo svilupparsi della necessaria dialettica fra le classi sociali  all’insegna degli ideali e valori, di pace, di libertà e di democrazia. Restano non raggiunti pienamente non pochi importanti obiettivi che i socialisti e le forze politiche di sinistra  vollero  nel testo costituzionale.

Il 25 aprile, per noi, una ricorrenza nella quale ricordiamo la lotta di liberazione e riconfermiamo l’impegno di ogni giorno ad attuare la nostra Costituzione.

(A.Lombardi)