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Il 31 maggio di Fabio Panetta

4 Giugno 2024 Neodemos

BANCA D’ITALIA, ITALIA

 

Come ogni anno Neodemos pubblica alcuni stralci delle considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia. Fabio Panetta non ha mancato di ricordare alcune problematiche legate alla demografia, riguardanti il lavoro, l’inadeguata immigrazione, le conseguenze dell’intelligenza artificiale.

Gli anni passano, i Governatori si succedono, ma l’appuntamento del 31 maggio per ascoltare le “considerazioni finali” del governatore in carica, è un evento da non perdere. Non tanto perché emergano novità o previsioni inattese – siamo sommersi dal flusso continuo di informazioni e dati – quanto per ascoltare una messa a punto, saggia e competente, delle vicende economiche del paese e del mondo, assieme a caute previsioni e equilibrati consigli. Una voce gradita nel tumulto delle polemiche e dei conflitti. Anche quest’anno, la demografia non è stata dimenticata, e trascriviamo qualche passaggio di particolare interesse per i lettori di Neodemos.

Economia mondiale in cauta espansione

Nei mesi scorsi l’economia globale ha continuato a espandersi, nonostante il tono ancora restrittivo della politica monetaria in molti paesi e l’incertezza provocata dalle tensioni e dai conflitti in atto in più regioni del mondo. Le prospettive a breve termine rimangono tuttavia deboli. Nel 2024 il prodotto mondiale crescerebbe del 3 per cento, sensibilmente sotto la media dei primi vent’anni di questo secolo. Dopo avere ristagnato nel 2023, quest’anno il commercio tornerebbe ad aumentare, ma meno che in passato. I rischi sull’evoluzione congiunturale, a lungo orientati in senso negativo, si stanno riequilibrando. La disinflazione in corso a livello globale prefigura un allentamento delle condizioni monetarie, con tempi diversi nelle principali economie. Nei prossimi anni l’economia mondiale risentirà di una dinamica contenuta della produttività in molte aree, dell’esaurirsi degli stimoli fiscali introdotti per contrastare la pandemia e – soprattutto – di relazioni internazionali che non accennano a rasserenarsi. Secondo il Fondo monetario internazionale, la crescita globale resterebbe intorno al 3 per cento fino alla fine del decennio.

L’economia europea: da peso medio a peso leggero… 

Queste vulnerabilità [della UE] si innestano sul calo, in atto da tempo, del peso dell’Europa a livello internazionale. La popolazione europea [della UE] rappresenta oggi solo il 5,7 per cento di quella mondiale. Negli ultimi due decenni il peso dell’Unione europea sul PIL globale è sceso dal 26 al 18 per cento, mentre quello degli Stati Uniti è rimasto pressoché invariato, al 26, e quello della Cina è quadruplicato, al 17. Il calo riflette soprattutto l’insoddisfacente dinamica della produttività, che nel periodo ha accumulato un ritardo di 20 punti percentuali rispetto agli Stati Uniti. Nell’attuale scenario geopolitico, è essenziale per l’Europa agire con determinazione per migliorare la competitività e rafforzare l’autonomia strategica. Non per contrapporsi ad altri paesi o chiudersi all’interno dei propri confini, ma per salvaguardare il futuro dei cittadini europei, accrescere la propria autorevolezza a livello globale e preservare i progressi sinora realizzati nel cammino di integrazione internazionale.