Quando da adolescente mi affacciai al mondo politico rimasi folgorato dalla sua figura di combattente contro le ingiustizie sociali (pur essendo di famiglia assolutamente benestante) non con la violenza, ma con la forza delle sue argomentazioni. E il suo assassinio mi colpì profondamente.
Quando pochi anni fa fu proposto di dedicare il dipartimento di Matematica di Bologna a Salvatore Pincherle io subito non ebbi nulla da ridire e sembrava una cosa scontata, data anche l’autorevolezza dei proponenti. Due giorni prima del Consiglio di dipartimento imparai che nel 1925 aveva firmato il documento a sostegno di Mussolini (e non quello a lui contrario, sottoscritto invece da Volterra) in difficoltà di fronte all’indignazione popolare per il delitto. Sono esploso: distribuii a tutti i due documenti e costrinsi al ritiro della proposta, che comunque a questo punto sarebbe stata oggetto di una valanga di astensioni e voti contrari!
La mostra rievoca nel centenario della morte dell’uomo politico polesano l’attività di pubblico amministratore in diverse realtà del territorio rodigino, l’impegno nell’attività sindacale nelle leghe e cooperative e quello parlamentare, irriducibile oppositore del fascismo e infine segretario del Partito Socialista Unitario. Ma, in parallelo, ad essere approfondito, è anche il Matteotti privato, le sue letture, la passione personale e familiare per la musica, il fondamentale rapporto con la moglie Velia e la famiglia e perfino le sue pagelle.
Lo scopo dell’esposizione è appunto quello di sottrarre la figura di Giacomo Matteotti a una astratta rappresentazione del martire e restituire la corposità della sua presenza reale nei luoghi, nelle umane relazioni, nelle scelte ideali e culturali, che lo videro operare dalla sua appartata periferia polesana per giungere alle esperienze ai vertici della politica nazionale.
Il percorso di mostra si sviluppa in nove sezioni come una sorta di racconto per fotografie e documenti, sovente di rara reperibilità, che riescono, con la loro pregnante immediatezza visiva, a ricostruire il senso complessivo di una vita, quella di Matteotti, di rigoroso impegno civile e di dovere etico, restituendone una nuova e concreta immagine.
La mostra è a cura di Stefano Caretti con co-curatela dello Studio Origoni Steiner (Anna Steiner e Matteo Origoni) Da un’idea di Maria Volpato e Maria Lodovica Mutterle.
Purtroppo non è disponibile un catalogo, è aperta tutti i giorni fino al 7 luglio e per i dettagli sugli orari
Dopo la mostra di Matteotti posso consigliare una visita alla limitrofa prestigiosa sede di Palazzo Roverella, dove vengono spesso ospitate mostre di pregio come questa dedicata a Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), artista francese tra i più rappresentativi della Parigi di fine secolo.
prof. Fausto Desalvo, segretario e tesoriere dell’Istituto Fernando Santi Emilia Romagna APS