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Referendum per abolire il Job Act. Iniziativa e mobilitazione della CGIL

La CGIL come previsto dall’art 75 della Costituzione, ha indetto quattro referendum per restituire diritti e tutele ai lavoratori. 

Lo ha deciso l’assemblea generale, nell’ambito di una strategia complessiva di mobilitazione.

I quesiti sono stati depositati in Cassazione e pubblicati in Gazzetta ufficiale il 13 aprile 2025. Si avvia la raccolta firme.

I referendum della Cgil: I primi due (uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act) per superare il decreto legislativo 23 del 2015, il Jobs Act del governo Renzi responsabile di precarietà e disparità tra gli assunti, prima e dopo il 7 marzo 2015, con e senza reintegra.  Per la Cgil serve un taglio netto: l’abrogazione del decreto 23 e poi lo stop al tetto agli indennizzi.

Gli altri due referendum riguardano invece il ripristino delle causali ai contratti a tempo determinato (l’assenza di motivazione dell’assunzione spesso apre ad abusi), com’era in origine nel decreto Dignità. E la responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro, negli appalti.

L’iniziativa referendaria del sindacato è sostenuta da una mobilitazione in atto, con  assemblee in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori, “costruendo un vasto arco di alleanze sociali, e sarà completata da proposte di legge d’iniziativa popolare su lavoro, rappresentanza, povertà e salute”.

La sfida della Cgil è riportare il tema del precariato, del lavoro povero dei giovani al centro del dibattito.