Hanno incontrato il sindaco, le istituzioni regionali e visitato la città dove hanno avuto diversi incontri.
Emigrati di prima e seconda generazione sono stati i protagonisti del progetto organizzato dal CREI Acli Sardegna assieme all’Istituto Fernando Santi. Un progetto che ha avuto il contributo dell’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna.
I ragazzi, che sono stati selezionati dai Circoli dei Sardi di Germania, Spagna, Danimarca, Svizzera, Olanda e Polonia, rappresentano un patrimonio importante di contatti, professionalità e opportunità di cooperazione. Arrivano da differenti paesi del mondo.
Per alcuni era la prima volta che venivano in Sardegna anche se molto legati all’isola vivendo in famiglie e comunità sarde all’estero fortemente ancorate alla cultura e alla tradizione sarde e particolarmente interessate al presente della Sardegna.
Il gruppo, dopo l’incontro con le associazioni partner del progetto e la visita ad alcuni dei posti maggiormente significativi della città di Cagliari ha vissuto una un’intensa settimana di workshop, formazione, laboratori e visite secondo un intenso programma che le due associazioni organizzatrici ha poi seguito accompagnando i giovani nella loro esperienza diretta della Sardegna.
Pierpaolo Cicalò presidente dell’Istituto Fernando Santi al termine del progetto ha osservato come lo stesso abbia fornito ”importanti spunti per la possibilità di impostare una collaborazione transnazionale tra le realtà in emigrazione. I giovani che hanno partecipato alle attività- ha proseguito Cicalò- hanno manifestato la volontà e disponibilità a fare rete con le diverse realtà sia collegate ai circoli sardi sia con altre associazioni estere. L’associazionismo per questi giovani è un punto di partenza per creare i presupposti di una realtà internazionale in grado di intercettare tutte le varie anime in emigrazione creando valore aggiunto ed allo stesso tempo mettendo i presupposti per ottimizzare tutte quelle professionalità, che continuano ad emigrare”.
Il presidente dell’Istituto Fernando Santi ha infine sottolineato come “le azioni che attraverso l’associazionismo si devono perseguire per dare maggiore impulso alle realtà in emigrazione, devono passare obbligatoriamente dalla partecipazione attiva dei giovani che, se interessati nelle giuste attività, possono dare una migliore prospettiva alle più generali azioni che si rendano necessarie per apportare i cambiamenti nella condizione degli emigrati. Questo deve essere un impegno prioritario ”