IL FAIM per la partecipazione al voto:
- rafforzare la rappresentanza
- concorrere a decidere le sorti del Paese
Il FAIM rivolge agli italiani all’estero l’invito alla massima partecipazione alle consultazioni elettorali nella piena trasparenza e correttezza delle procedure e modalità del voto per corrispondenza.
C’è bisogno di un voto informato e consapevole.
La delegittimazione del voto all’estero, più volte tentata, va contrastata con il rigoroso rispetto di quanto, in materia elettorale, è sancito dalla Costituzione.
La rete associativa svolgerà, autonomamente, la sua funzione di impulso alla partecipazione al voto delle cittadine e dei cittadini italiani all’estero.
Le elezioni del 4 marzo si svolgono in un contesto generale che registra una consistente crescita della presenza italiana nel mondo.
Gli italiani emigrati sono passati nel corso dell’ultimo decennio, da circa 3.5 milioni, ad oltre 5 milioni. La nuova emigrazione italiana cresce al ritmo di quasi 300 mila espatri all’anno e si stima che quasi un milione di nuovi emigrati siano residenti all’estero, pur non comparendo nei dati Aire e, solo parzialmente, in quelli dell’anagrafe consolare.
Molti di loro, purtroppo, non potranno votare e ciò costituisce un vulnus democratico cui il nuovo Parlamento è chiamato a definire idonee soluzioni sul piano legislativo per garantire a tutti il pieno diritto di cittadinanza.
La fase di transizione che stiamo attraversando sta mutando sensibilmente e velocemente lo scenario degli italiani nel mondo, che era rimasto sostanzialmente stabile dagli anni ’70 al 2005.
A fronte di questi cambiamenti c’è bisogno di un adeguamento serio e rapido delle politiche a favore di chi emigra o è emigrato.
Si tratta di attivare un’azione mirata a tutelare diritti vecchi e nuovi, dall’orientamento al lavoro e alla previdenza, dalla partecipazione alla cittadinanza, nel contesto dei processi economici e sociali causati dalla globalizzazione.
Vi è la necessità di valorizzare, all’interno delle politiche e delle strategie di sviluppo del Paese, il grande patrimonio rappresentato dai giovani, per evitare che l’emigrazione si traduca in una perdita netta di risorse, di competenze e di opportunità.
Il FAIM è nato sulla base di queste analisi e considerazioni, caratterizzandosi fin dall’inizio su obiettivi concreti di solidarietà, di promozione sociale e civile, sottolineando la nuova soggettività e il protagonismo che il mondo dell’emigrazione deve assumere in un contesto globale caratterizzato da emergenti contraddizioni, squilibri, precarietà e povertà, isolamento ed esclusione.
La nuova frontiera dell’emigrazione italiana è definita dalla capacità di esprimere la propria specificità ed originalità sia in rapporto all’Italia, sia in relazione ai paesi di residenza; partecipando attivamente alla costruzione di un’Europa che tuteli i diritti del lavoro e dei cittadini; esigendo l’osservanza dei principi di eguaglianza e solidarietà, il diritto alla libera circolazione e contrastando ogni misura di restringimento al diritto di accesso e soggiorno (si pensi in particolare ai cittadini italiani in Belgio, in Germania e nell’Inghilterra post Brexit).
Il FAIM auspica che la campagna elettorale si svolga, anche all’estero, nel libero confronto democratico di idee e di programmi che facciano riferimento sia alla madrepatria che alle collettività emigrate.
Le forze politiche che si confrontano devono assumere e mantenere impegni di fronte agli italiani nel mondo.
A fronte del raddoppio della presenza italiana all’estero, si è assistito – negli anni – ad una riduzione drastica degli interventi a favore dell’emigrazione nel suo complesso, in tutti i diversi settori: dalla scuola, alla cultura, alla formazione, all’assistenza, al funzionamento degli organi intermedi di rappresentanza (Comites e CGIE), all’associazionismo. La stessa rete consolare si trova in situazioni di grave sofferenza a fronte di una richiesta di servizi fortemente aumentata.
É indispensabile una decisa inversione di rotta, pena il rischio che gli italiani nel mondo si allontanino definitivamente dal rapporto con la madrepatria.
I risultati della nuova legislatura saranno, da questo punto di vista, decisivi.
È impellente l’indizione della IV Conferenza Nazionale dell’Emigrazione per ridefinire una nuova ed organica politica dell’emigrazione, partecipata dagli italiani nel mondo e inserita nelle politiche di sviluppo che verranno assunte per il Paese.
L’associazionismo è tra i fondamentali attori e pilastri del processo di cambiamento che da tanta parte del Paese viene richiesto.
Il nuovo Parlamento dovrà rispondere alla richiesta di concreto riconoscimento della sua funzione, già avanzata e posta alla discussione parlamentare nelle precedenti legislature e purtroppo rimasta, ad oggi, inevasa.
Come mostrano diversi eventi degli ultimi anni, senza una convinta valorizzazione del momento associativo, il tessuto civile e sociale dell’emigrazione è destinato a disgregarsi e a produrre forme improprie, talvolta confuse e contraddittorie, di poteri e di rappresentanza.
Senza un forte associazionismo vengono pregiudicati e indeboliti i livelli di partecipazione civile e politica, si aprono spazi ai tentativi di controriforma che mirano a chiudere l’esperienza del voto all’estero e della rappresentanza, segnali che sono risultati evidenti nella modifica del voto passivo imposta con l’ultima discutibile legge elettorale e deducibili anche dalla marginalità in cui, per molti anni, sono stati lasciati i Comites e il CGIE.
Le elezioni politiche del 4 marzo costituiscono, da tutti questi punti di vista e per le molte attese, una sfida e una occasione.
Sta agli italiani all’estero individuare con il proprio voto consapevole, le persone e le liste che, meglio e con maggiore capacità, interpretano i bisogni e le prospettive della grande comunità italiana diffusa nel mondo.
Tutte le associazioni aderenti al FAIM sono impegnate a coinvolgere iscritti e simpatizzanti nella promozione e nell’informazione alla partecipazione elettorale.
Comitato di Coordinamento FAIM
Roma, 6 Febbraio 2018