Respingiamo l’invito di La Russa ad “andare al mare”
Nei mesi scorsi come Istituto Fernando Santi abbiamo richiamato più volte l’attenzione degli amici in Italia e all’estero perché partecipassero al voto e s’impegnassero per far votare le persone con le quali sono in contatto, a partire da quelli più vicine.
Ripetiamo lo stesso invito a poche settimane dal voto.
Si sta accentuando una campagna per l’astensione con l’invito ad andare al mare nei giorni delle votazioni.
Rimettere su un piano di parità il rapporto fra datore di lavoro e lavoratore contrasta con le scelte politiche del governo e delle forze politiche e sociali che lo sostengono. Per questo remano contro.
Per questo la destra punta in modo aggressivo a non far raggiungere il quorum temendo, con il referendum, la modifica diretta del cittadino a leggi ingiuste e discriminanti nel mondo del lavoro.
Se da un punto di vista formale l’invito a non andare a votare non viola la legge, sul piano costituzionale e morale, è una contraddizione tanto più inaccettabile se l’invito proviene, come sta accadendo, da rappresentanti delle istituzioni o dalla seconda carica dello Stato.
L’invito ad astenersi dal voto, mina il principio stesso della partecipazione.
“Organizzare l’astensione” come ha dichiarato il presidente La Russa, può diventare una forma surrettizia di controllo della partecipazione democratica.
Il dovere civico di votare non è un’imposizione autoritaria, ma una richiesta di corresponsabilità nella costruzione dell’ordine democratico.
Astenersi, soprattutto in occasione di un referendum, significa abdicare a una responsabilità collettiva, e in certi casi anche contribuire a delegittimare lo strumento referendario stesso.
Il referendum non è di alcun partito. I cittadini hanno l’occasione di cambiare le cose direttamente.
Il referendum serve per chi lavora e per chi cerca un lavoro: perché non sia precario , per non essere licenziati senza giusta causa, per non morire di lavoro, per una cittadinanza che migliori la integrazione fra quanti vivono e lavorano fianco a fianco.
Pierpaolo Cicalò
Presidente di Istituto Fernando Santi