Come ogni anno ricordiamo la tragedia di Marcinelle .
Emigrati, in grande numero italiani, nostri connazionali, fratelli nella morte in fondo ad una miniera a causa delle condizioni di sfruttamento in un’ambiente di lavoro privo delle necessarie tutele.
Ricordando Marcinelle ricordiamo il sacrificio di tante vite umane, avvenute in diversi tempi e in diversi continenti.
Il lavoro italiano in emigrazione come ci ricorda la Costituzione deve essere tutelato.
Passano gli anni.
Le morti sul posto di lavoro sono aumentate. Anche in Italia si muore di lavoro ogni giorno,
Lo sfruttamento delle persone va combattuto e i responsabili colpiti.
Solo così una comunità nazionale è credibile.
Il passare del tempo, l’integrazione dei lavoratori stranieri di allora nella società belga, è un dato largamente realizzato.
Nel ricordare le responsabilità alla base di quel luttuoso evento non serve enfatizzare facendo prevalere la ritualità nelle commemorazioni.
Inaccettabile l’idea che dopo tragedie, quale di Marcinelle, si possa ancora oggi morire sul posto di lavoro perchè qualcuno sceglie di non investire in prevenzione, perchè la vita umana non viene considerata come il bene primario da tutelare.
Emigrazione e immigrazione sono due volti di una stessa medaglia.
Contro lo sfruttamento di italiani e stranieri sottopagati ancora una volta con forza occorre cambiare.
Lo Stato non può stare a guardare.
Dobbiamo rivendicare condizioni di lavoro e salariali dignitose e la fine dello sfruttamento del lavoro.
L’Italia che è nei confini e l’Italia che è oltre la madrepatria richiedono giustizia sociale. L’otto 8 agosto anniversario di Marcinelle rivendichiamo come Istituto Fernando Santi il diritto delle persone a non morire più a causa del lavoro.
La Direzione nazionale di Istituto Fernando Santi