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FAIM. Relazione di Rino Giuliani al Consiglio Direttivo del 27 gennaio 2017

CONSIGLIO DIRETTIVO FAIM DEL 27 GENNAIO 2017

Relazione di Rino Giuliani, responsabile dell’area funzionale “Sviluppo organizzativo

Il congresso costitutivo ha affidato al Faim l’impegnativo compito di rappresentare diritti, istanze e aspettative delle associazioni degli italiani nel mondo.

Per farlo siamo chiamati oggi, nelle condizioni date, a porre in essere azioni organizzative in grado di perseguirli con efficacia per poter più compitamente svolgere il ruolo di rappresentanza sociale che abbiamo affermato di voler perseguire.

Moviamo da una realtà associativa più volte prese in esame.

Una indagine di Isnart del maggio 2014, effettuata nel triennio precedente sulla attività associativa di circa duemila associazioni regionali italiane sparse nel mondo, ne evidenzia un significativo profilo largamente ricorrente.

Si tratta di associazioni che nella quasi totalità casi (80%), organizzano eventi culturali; la maggioranza di esse organizza incontri e degustazioni di prodotti enogastronomici tipici.

Una associazione su cinque organizza, una volta all’anno specifici viaggi in Italia.
I contatti telefonici e la comunicazione nelle riunioni à il mezzo prevalente per inviare comunicazioni agli associati.

Il 78% evidenzia come il più grave problema da affrontare sia quello della mancanza di risorse economiche per svolgere l’attività.

Per promuovere le attività il 62% ha a disposizione meno di 10.000 euro all’anno.

Pochi sono gli aderenti, pochi i volontari, l’età media è alta e scarsa è la propensione a muoversi.

Il modello delle associazioni regionali, “ambasciatrici” delle eccellenze produttive e culturali dei rispettivi territori (con la connessa normazione regionale per i corregionali all’estero, le prassi operative, le progettualità, gli assetti ed il funzionamento delle Consulte regionali) potenziato in specie dopo i provvedimenti Bassanini e a seguito delle attese poste nel cosiddetto federalismo, non ha funzionato.

Occorre prenderne atto così come occorre innovare e cambiare.

Questo mondo associativo che ha attraversato una lunghissima fase, preceduta da quella nella quale più vigorose erano le associazioni nazionali “storiche”, s’intreccia in alcuni casi o, più spesso, vive su un mondo organizzato parallelo a quello costituito da associazioni, promosse in forme diverse, da giovani emigrati (talora intercettati dalle associazioni storiche) con le quali non sempre è facile rendere permanente l’interlocuzione.

Lo avevamo già detto negli Stati Generali preparatori del congresso del FAIM che si doveva intervenire anche  sulle forme organizzative  in quanto  la vecchia rete, creata dalle precedenti  generazioni di emigrati non bastava più a dare risposte, a partire da quelle per la generazione di nuovi lavoratori emigrati alle prese con diseguaglianze e marginalità anche inedite, non funzionava adeguatamente per stare all’altezza dei profondi cambiamenti in atto nel mutato quadro prodotto dalla globalizzazione.

Il congresso ci ha consegnato una buona analisi di contesto e obiettivi che consideriamo efficaci per gli italiani all’estero.

Come FAIM sappiamo che non basta avere buon idee e buone proposte se poi non si è organizzativamente attrezzati per poterli perseguire.

Il nostro primo compito nell’azione di promozione organizzativa è quello di promuovere, coordinare e accompagnare la costituzione della struttura dei Forum nei diversi paesi e di sostenerne la crescita attraverso una adesione più vasta che ne rafforzi l’azione e la rappresentanza sociale.

Per fare questo dobbiamo far conoscere i nostri propositi, dobbiamo ascoltare e cercare sinergie nel mondo articolato della emigrazione italiana.

L’incontro di ieri con il Coordinamento delle Consulte regionali ci da la misura della forte consapevolezza che le Regioni hanno della necessità d innovare, di cambiare in un quadro in cui il protagonismo delle associazioni viene convintamente condiviso.

Il coordinatore Luigi Scaglione è stato concreto e preciso nel proporre come modalità organizzativa un centro di imputazione di attività condiviso con FAIM finalizzato ad attivare rapporti operativi e nell’indicare azioni e iniziative progettuali comuni, programmate insieme al FAIM.

Importante e apprezzata la disponibilità delle Consulte nel sostenere il processo di organizzazione della rete dei FAIM.

La promozione delle politiche organizzative che come FAIM stiamo avviando riguarda oggi le associazioni aderenti presenti nelle regioni e all’estero. Lo dobbiamo fare in una chiave completamente rinnovata la cui base è rinvenibile nei documenti approvati dal congresso costitutivo.

C’è bisogno di una rappresentanza riconosciuta che ci siamo impegnati a costruire, pluralistica e con forme organizzative efficaci per costruire il futuro delle associazioni.

C’è una realtà giovane in emigrazione che attualmente corre il rischio di essere catalogata come il precariato in emigrazione, una realtà che non ha ascolto in Italia e che all’estero in molti casi prova a darsi strumenti nuovi e efficaci per farsi sentire.

L’associazionismo dei giovani nato spontaneo segnala nuovi bisogni.

A quell’appello dobbiamo dare risposta.

Dobbiamo chiedere loro la partecipazione diretta, più intensa al processo di costruzione della rete FAIM, il loro contributo di idee. Le loro proposte condividendo la messa in atto di un processo di cambiamento che abbiamo voluto avviare.

La nostra azione organizzativa deve promuovere networking puntando a concrete collaborazioni.

Questo obiettivo passa anche dal modo come organizzativamente saremo in grado di assecondare e sostenere i diritti – lavoro e welfare in specie –  dei giovani all’estero ma anche la loro volontà di sentirsi partecipi delle vicende della madrepatria, d’ incidere sulle scelte per l’Italia anche vivendo all’estero.

La costruzione della rete che stiamo avviando va promossa “dal basso”, va raccordata coordinata perché è così che nasce e vive una rete che non vuole essere una sommatoria di associazioni “a canna d’organo”.

Come FAIM al congresso e, quindi, come Comitato di Coordinamento FAIM, abbiamo pensato che, come per ognuna delle 4 aree di lavoro, l’azione di raccordo e di coordinamento organizzativo si possa più efficacemente costruire su idee, sullo scambio di esperienze, su buone pratiche condivise da confrontare con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro del comitato  direttivo.

Ieri Roberto Volpini ricordava come i censimenti delle associazioni che conosciamo non abbiamo dato, come sarebbe necessario, come sarebbe essenziale un soddisfacente quadro conoscitivo delle stesse.

Tuto era già chiaro nel documento della CNE sull’associazionismo laddove veniva descritto quello che oggi potremmo fare (e che sarebbe di grande utilità anche nel perseguimento della promozione organizzativa della rete FAIM).

Diceva il documento “Un lavoro di ricerca-azione di carattere scientifico sulla realtà associativa odierna ci serve per comprenderne le aspettative e le problematiche, per valorizzarne il contributo propositivo. Tale indagine è utile per correggere la percezione che in Italia si ha delle associazioni all’estero come enti obsoleti e spesso luoghi di sprechi, facendo invece emergere la diffusa realtà operosa e fruttuosa, in grade parte volontaria, delle associazioni italiane all’estero. In un primo momento tale ricerca-azione potrebbe interessare alcuni paesi-campione con l’obiettivo di identificare le buone pratiche associative ed innovative. In un secondo momento, anche per completare i dati in possesso del MAE, si potrebbe impostare un’anagrafe associativa esaustiva, capace di render conto del complesso mondo dell’associazionismo italiano all’estero”.

Dai dati Isnart citati all’inizio della relazione si è visto che le persone impegnate nell’associazionismo degli italiani all’estero hanno non pochi problemi di conduzione delle associazioni.

Superare questi problemi è essenziale per assumere efficacemente e in prima persona le responsabilità che discendono da una scelta volontaria di impegno e di promozione sociale.

Ieri si conveniva con il coordinamento delle consulte regionali dell’emigrazione sull’importanza di avviare una comune progettualità interregionale rivolta all’estero.

Anche per questo importante obiettivo, che potrebbe avere diverse positive ricadute operative, occorre avere una buona rete organizzativa e persone adeguatamente preparate dentro le associazioni.

Più in generale dobbiamo fare e sostenere corsi di formazione per le leadership associative e di educazione alla vita associativa.

Inoltre, quando parliamo di comunicazione interna e esterna, dobbiamo sapere che occorre correntemente adottare strumenti efficaci.

La qualificazione degli strumenti di informazione di cui si occupa l’area della comunicazione interagisce ed è in grado di determinare in meglio la vita organizzativa delle singole associazioni e della rete associativa.

Si tratta di specifici punti (la ricerca-azione e la formazione) di una agenda di lavoro del Comitato di Coordinamento cui aggiungo il terzo, quello della promozione e dell’avvio dei Forum.

Il cronoprogramma già convenuto vede Belgio, Svizzera Francia e Spagna come primi Forum da costituire.

Il lavoro è stato avviato.

Il suo esito positivo dipende dall’impegno cui ognuno di voi, sin d’ora, è chiamato concorrere.

 

Rino Giuliani